Dieci strade da visitare a Napoli, per essere amata ed essere scoperta.
Per scoprirla, non bisogna essere soli. Chi viaggia solo, della bella Partenope rischia di sfiorarne solo l’abito, tornando a casa con un bagaglio ricco di pizza, sole, mare e babà. Ricco, ma fondamentalmente povero.
“T’accumpagno vico vico, sulo a te ca si’ n’amico, e te porto p’ ‘e quartiere, addo’ ‘o sole nun se vére, ma se vére tutt’ ‘o riesto...”,
Scriveva Claudio Mattone nella celebre canzone ‘A città ‘e Pullecenella.
Questa città è tanto altro e per ‘verè tutt’ ‘o riesto’ c’è bisogno di una guida, di qualcuno che in quell’abito ci sia nato e cresciuto, come un bambino in grembo alla madre.
Questa rubrica nasce per essere la vostra guida virtuale. Ogni volta vi accompagnerà in una piazza o una strada diverse. Piazze e strade di cui imparerete a conoscere non tanto la storia e i monumenti (per quello ci sono le guide turistiche), ma il respiro. Si, perché Napoli respira, a volte con un po’ d’affanno, ma respira. Napoli è viva, la sua gente lo è. Per capirlo, basta solo cambiare punto di vista.
LE 10 STRADE DA VISITARE A NAPOLI
- Piazza del Gesù Nuovo
- Via Benedetto Croce
- Le vie della Musica
- Piazza San Domenico Maggiore
- Piazzale Tecchio
- Via Cesario Console
- Piazza del Plebiscito
- Piazza Dante
- Via Mezzocannone
- Piazza Bellini
dove vita e morte si stringono la mano
Una targa UNESCO che designa il centro storico di Napoli patrimonio dell’umanità. Non un’utopia, ma la realtà. Essa è affissa sulla facciata della chiesa del Gesù Nuovo. C’è, è ben evidente, ma per molti è impossibile vederla.
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Avete presente quel piccolo tratto di strada che va da Piazza del Gesù Nuovo sino all’incrocio con via San Sebastiano e via Santa Chiara?
Forse non molti lo sanno ma quella non è altro che la parte iniziale, o finale se si arriva in senso contrario, di via Benedetto Croce. Io la chiamo ‘la testa di Benedetto Croce’, perché, lavorando di fantasia, le due vie con cui si incrocia sembrano costituirne le braccia. Da buona ‘testa’, poi, in pochi metri è racchiuso davvero tanto. Piccola, ma grande, come si suol dire.
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Napoli ha la musica nel sangue. Basta camminare per le vie del centro storico per essere ogni volta accolti e accompagnati dalle più note melodie napoletane. Musica popolare un po’ dappertutto, si penserà.
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Alzare la testa verso il cielo. E’ questa la prima cosa che si fa giungendo a piazza San Domenico Maggiore da via Benedetto Croce. L’obelisco posto al centro della piazza, infatti, ruba immediatamente tutta l’attenzione.
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Questa volta ci allontaniamo dal centro storico e facciamo tappa a Fuorigrotta. Una delle aree più note di questa zona è Piazzale Tecchio. Piazzale: è questo il primo particolare su cui soffermarci. Perché piazzale e non piazza?
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Cesario Console fu ammiraglio italiano, comandante della flotta del ducato di Napoli.
Non è un caso, quindi, che a lui sia stata dedicata proprio quella via che unisce Piazza del Plebiscito a via Nazario Sauro.
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Abbraccio. E’ questa la prima parola che riesco ad associare all’immagine di Piazza del Plebiscito. Il portico a emiciclo che si irradia dalla Basilica di San Francesco di Paola, infatti, altro non richiama se non l’immagine di due braccia che si allungano verso l’esterno con l’intento di stringere a sé tutta l’area.
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Sembra quasi che Dante, posto lì, al centro di quella piazza a cui ha dato il nome, indossi i panni di un presentatore e che, con quella mano protesa in avanti, dica: “Ecco qui, godetevi lo spettacolo!”.
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Studenti che salgono, studenti che scendono.
Inserita nel centro storico di Napoli, via Mezzocannone è una delle strade più giovani della città. Ogni giorno è attraversata da un fiume di studenti diretti verso le varie sedi universitarie.
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Una delle prime cose che risalta agli occhi di chi giunge a piazza Bellini è il verde che caratterizza la sua parte centrale.
Un alternarsi di alberi e panchine le conferiscono quasi le sembianze di un piccolo parco inserito all’interno di un paesaggio composto prevalentemente dalle sfumature del grigio e del rosso degli imponenti e affascinanti palazzoni d’epoca. Il piccolo polmone del centro storico, oserei dire.
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Fabiana Carcatella
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