Ecco una lista di 9 posti insoliti da visitare a Napoli.
Che tu sia un turista od un napoletano, questi luoghi non sono sicuramente usuali nei tour classici della città e quindi scoprirai sicuramente una parte di questa città di cui non avevi troppa cognizione.
1. LA GROTTA DI SEIANO E PARCO DEL PAUSILYPON
Lungo la discesa di Coroglio (strada che congiunge Posillipo con Bagnoli) tanti vengono attratti dalla vista del mare o (ahime!) della vecchia e bruttissima zona dell'Italsider.
In pochi si rendono conto di quell'ingresso. Quella grotta che spunta prima di uno di quei curvoni. Si tratta della Grotta di Seiano.
Il traforo, in realtà una galleria artificiale realizzata in epoca romana dall'architetto Lucio Cocceio e "ristrutturata" per interessamento di Ferdinando II di Borbone, della lunghezza di circa 780 m (larghezza: 4-7 m; altezza: 4-9 m), attraversa la collina tufacea di Posillipo, esattamente sotto al Parco Virgiliano, collegando l'area di Bagnoli e dei Campi Flegrei con il Vallone della Gaiola.
Dei tre cunicoli, che davano luce e ventilazione al percorso, ne restano aperti solo due (in uno di questi sir Arthur Conan Doyle, il creatore di Sherlock Holmes, rimase incastrato durante una visita).
Passata la grotta si giunge, attraverso un sentiero fiancheggiato dalla tipica vegetazione mediterranea, all'area della villa di epoca romana di Pollione (alla quale, prima del traforo, si arrivava soltanto via mare).
Per maggiori informazioni: https://goo.gl/VTzgf9
Nel cuore del Rione Sanità c’è un cancello che divide la vita dalla morte. Quando si entra nel Cimitero delle Fontanelle la prima impressione, del tutto inaspettata, è proprio quella di una discesa nell’oltretomba. Non loculi, non sepolcri, ma cumoli e cumoli di ossa.
Un ambiente unico, per una storia originale. La presenza di ogni tipo di ornamento, di monetine e di teche che fanno da casa a singoli teschi o a gruppi di due o tre crani è riconducibile al cosiddetto culto delle anime pezzentelle, ossia abbandonate. Peculiarità di questo cimitero, infatti, è quella di accogliere resti anonimi, provenienti, per lo più, dalla peste del 1656 e dalle successive epidemie. Da qui l’usanza da parte dei fedeli diadottare uno o più teschi senza nome.
Per saperne di più clicca qui: https://goo.gl/rdPQfa
Il Giardino di Babuk è un'area verde, prolungamento del bosco di Capodimonte, situata all'interno di un edificio costruito nel '500 dalla famiglia Caracciolo del Sole, in via Giuseppe Piazzi (all'epoca nominata via Caracciolo, perché era l'inizio dei possedimenti della storica famiglia nobiliare napoletana), traversa di via Foria, nei pressi del Real Orto Botanico.
Sotto la vegetazione il giardino nasconde un Ipogeo. Un luogo misterioso scavato nel tufo presumibilmente nel '500, addirittura 47 metri sotto il fondo stradale, che ci mostra alcune fasi della storia di Napoli, fino ad i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
Il viaggio parte proprio da quella spagnola cinquecentesca, quando dopo la "congiura dei baroni" per attrarre i nobili del regno, si attuò una politica di paradiso fiscale per i residenti che portò tante famiglie altolocate in città. Nel caos edilizio che susseguì, che derivò anche dalla concomitanza con il blocco degli ingressi di materiali da costruzione in città, per carenza di tali si dovette estrarre il tufo dal sottosuolo.
La parte attualmente visitabile della cavità, molto suggestiva e ricca di richiami anche esoterici (segni araldici sulle pareti, salamandre, croci bizantine, latine ed edicole volitive) è stata riaperta dopo oltre 70 anni, ripulita e bonificata, ma è ancora del tutto work in progress, essendoci tantissime estensioni e cunicoli ancora chiusi.
Per saperne di più: https://goo.gl/cJ2WNj
Il Palazzo Mannajuolo è un palazzo di Napoli ubicato in via Filangieri, nel quartiere Chiaia, e rappresenta uno dei più riusciti esempi di architettura liberty della città.
L'edificio fu realizzato tra il 1909 e il 1911 e progettato da Giulio Ulisse Arata con la collaborazione degli ingegneri Gioacchino Luigi Mellucci e Giuseppe Mannajuolo (quest'ultimo proprietario del suolo edificato), utilizzando una delle più moderne tecniche di costruzione: il calcestruzzo armato.
Per maggiori info:
https://www.vienianapoli.com/2019/08/palazzo-mannajuolo-il-cuore-della.html
https://www.vienianapoli.com/2019/08/palazzo-mannajuolo-il-cuore-della.html
Tra le aule e i cortili dell'Università Federico II di Napoli, si nasconde un tesoro a molti sconosciuto, spesso anche agli stessi studenti che affollano i piani dell'edificio di Via Mezzocannone 8.
Si tratta di un museo peculiare, frutto di un'età in cui campeggiano nuove scoperte e prendono piede gli studi sulle scienze naturali: il Real Museo Mineralogico.
Voluto nel 1801, per volontà del sovrano illuminato Federico IV di Borbone, il Real Museo è il primo museo del suo genere ad essere stato istituito, non sono in Italia, ma nel mondo.
Il sovrano borbonico voleva dar vita ad un centro di interesse scientifico, un luogo dove favorire scambi culturali, in cui illustrare i risultati di campagne di ricerca finalizzate allo sfruttamento delle risorse minerarie.
Per saperne di più: https://goo.gl/6wWsD9
6. LA CHIESA DI SAN GIORGIO
MAGGIORE AI MANNESI
Foto di Giuseppe Guida - Chiesa di San Giorgio Maggiore.San Giorgio che uccide il drago Aniello Falcone (prima metà Seicento) - Chiesa di San Giorgio Maggiore di Napoli
Di rara bellezza è l'enorme e pregiato affresco nascosto di Aniello Falcone, artista del seicento, rimasto nascosto per oltre tre secoli sulla parete della chiesa di San Giorgio a Maggiore ai Mannesi, in mezzo ed in particolare dietro altre vecchie opere settecentesche.
Durante un recente restauro, infatti, della parte del coro si è scoperto che una tela su San Giorgio nascondeva un grande affresco di Aniello Falcone, anche lui raffigurante San Giorgio, che in groppa ad un bianco cavallo con una lancia in mano, affronta ed uccide il drago liberando così una pulzella.
Indirizzo: Via Duomo, 237A, Napoli
7. ARCHIVIO STORICO DEL BANCO DI NAPOLI
L'Archivio Storico del Banco di Napoli rappresenta la più imponente raccolta archivistica di documentazione bancaria esistente al mondo.
In circa 330 stanze sono raccolti e catalogati documenti bancari che vanno dalla metà del 1500 ad oggi. Esso si trova nella sede della Fondazione Banco di Napoli, in via dei Tribunali, nel cinquecentesco palazzo Ricca e nell’attiguo palazzo Cuomo.
Vi sono contenuti e notizie rilevanti per la storia economica, sociale ed artistica delle regioni meridionali e documenti riguardanti la struttura e l’evoluzione degli istituti di credito in esse operanti, nonché contratti commerciali con nazioni europee.
L’Archivio è consultabile nei seguenti giorni e orari:
- mattina: dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle ore 13.15.
- pomeriggio: dal lunedì al giovedì dalle ore 14.30 alle 16.00, il venerdì dalle ore 14.30 alle 15.45.
Per la consultazione pomeridiana si precisa che l’ultimo ingresso è alle ore 15.
Per contatti: archiviostorico@fondazionebanconapoli.it
8. IL PALAZZO DEGLI SPIRITI
Il Palazzo degli Spiriti, nei pressi di Marechiaro, a Posillipo, è stato costruito nel I secolo a.C. e faceva parte della Villa Imperiale di Pausilypon costruita da Pollione (descritta proprio nel primo punto di quest'articolo).
Attorno al palazzo aleggiano varie leggende, tra cui quella raccontata da dei pescatori che udivano di notte dei suoni provenire dalla Palazzo degli Spiriti. Alcuni addirittura affermano di aver visto, in una delle arcate, una figura declamare liriche suonando la cetra. Tale figura è stata repentinamente ed inevitabilmente associata al poeta Virgilio.
Il Palazzo si trova in Calata Ponticello a Marechiaro, 80, ma si può giungervi solo via mare.
9. IL PALAZZO DELLO SPAGNOLO
Concludiamo questa lista con un altro palazzo, quello dello Spagnolo.
Decisamente nascosto nel Rione Sanità, è un vero gioiello di architettura. Splendide le linee e i colori delle decorazioni. E' probabilmente il più pregevole esempio di architettura civile in stile barocco napoletano, grazie soprattutto alla imponenza esemplare della scala principale a doppia rampa, che costituisce la facciata interna dell'edificio, nonché caratteristica architettonica principale del barocco napoletano.
Non a caso sono diversi gli edifici in tale stile che presentano uno scalone d'accesso simile a quello del palazzo dello Spagnolo, come per esempio anche il palazzo Trabucco, Palazzo Venezia, palazzo Sanfelice, Palazzo di Majo e Palazzo Tufarelli, altre perle dell'architettura di questa città.
Dario Romaniello
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