Un uccello chiuso in gabbia in primavera che sta a guardare fuori il cielo turgido, carico di tempesta, e sente in sé la rivolta contro la propria fatalità. E’ con queste parole che Vincent van Gogh, scrivendo al fratello Theodorus, cerca di spiegare la sua natura di uomo istintivo, dai sentimenti forti e violenti.
Uno stato di irrequietezza che l’artista sembra aver trasferito in Paesaggio marino di Scheveningen, uno de I Capolavori ritrovati, esposti fino al 26 febbraio al Museo di Capodimonte. L’altro è il dipinto Una congregazione che esce dalla Chiesa Riformata di Nuenen.
Le due opere, rubate dal Van Gogh Museum ben 14 anni fa, sono state ritrovate dalla Guardia di Finanza in un covo della camorra a Castellammare di Stabia nel settembre dello scorso anno. La decisione di esporle a Napoli, nel territorio quindi dove sono state rinvenute, prima del ritorno in Olanda, non è stata casuale. In Campania la legalità può vincere sulla camorra e qual modo migliore di dimostrarlo se non attraverso l’arte.
E, in questo caso, l’arte è stata davvero generosa. I due dipinti, infatti, risultano fondamentali per la comprensione della prima stagione pittorica di van Gogh, anni olandesi in cui l’artista sperimenta la pittura ad olio e l’acquerello.
Ai colori sono legate anche alcune curiosità intorno alle due tele.
Il mare in tempesta del Paesaggio marino di Scheveningen, del 1882, unico esemplare del Van Gogh Museum risalente al soggiorno dell’artista a l’Aia (1881-1883), nonché una delle due sole vedute marine dipinte dall’artista in quel periodo, è stato realizzato in tutta fretta. L’artista racconta che il vento forte ne rendeva difficile l’esecuzione, al punto da costringerlo, per dipingere il mare spumeggiante, ad applicare colore spremendolo direttamente dal tubetto sulla tela. All’occhio attento dell’osservatore non sfuggiranno alcuni granelli di sabbia intrappolati nell’opera.
Tracce della vernice dalla quale van Gogh ripulì i pennelli utilizzati, si ritrovano, invece, sul telaio originario de La Congregazione che esce dalla Chiesa Riformata di Nuenen. In questo dipinto l’irrequietezza lascia spazio alla nostalgia. Ricordo degli affetti familiari, l’opera è stata eseguita per la madre all’inizio del 1884. Van Gogh vi ha rappresentato la chiesa del villaggio di Nuenen dove il padre era stato pastore. Dopo la morte di quest’ultimo, il pittore ha modificato il dipinto aggiungendo le foglie brune sugli alberi, la siepe e il gruppo di fedeli in primo piano, in sostituzione di una precedente figura isolata di contadino.
Fabiana Carcatella
Riproduzione riservata
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