Soprattutto nei periodi estivi, è possibile incontrarli agli angoli delle vie accanto ad un camion pieno di merce. I più forniti allestiscono veri e propri negozi ambulanti, con tanto di tetto di paglia, lungo le strade adiacenti ai litorali. Il mellunaro, venditore di angurie e meloni, ha origini antichissime.
Nell’ottocento lo si vedeva con la cesta in testa e il vassoio. A partire dagli anni trenta del novecento, invece, a dire di Cesare Carcavaglios, direttore di banda e studioso di folclore musicale italiano, i mellunari potevano essere di piazza o di grotta.
La differenza principale stava nella maggiore vivacità dei primi, i quali, alla guida di grossi banchi, spesso tenevano delle vere e proprie aste al ribasso. Fondamentale per la buona riuscita della vendita era l’assaggio, offerto sulla punta di un coltello per verificare la giusta maturazione del prodotto. Il mellunaro poteva essere anche nomade, girando, quindi, per la città munito di carretta.
La merce offerta era di tre tipologie: rossi mellune ‘e acqua, gialli mellune ‘e pane e le capuanèlle. Queste ultime, dalla scorza verde e raggrinzita, erano un prodotto tipico di Natale che veniva esposto sui balconi legato con la paglia. Non è un caso, quindi, che, al grido “Appienne, ca te dongo ‘o chiuvo, appienne mellune sanguigne”, la clientela venisse omaggiata proprio con un chiodo per appendere il melone.
Il 14 agosto costituiva il giorno più prospero per il mellunaro. Il melone, infatti, costituiva l’unico cibo consentito durante quello che per la Chiesa era stato indicato come giorno di digiuno. Ciò, probabilmente, era dovuto alla natura multiuso del prodotto, richiamata in un altro grido dei mellunari: “Jammo, nu sordo: mange, vive e te lave ‘a faccia”.
La nota freschezza del melone, però, entra in contrasto con le immagini che questo prodotto richiamava. Spesso, infatti, i venditori erano soliti paragonare il rosso della polpa al fuoco o all’inferno: “Teneno ‘o fuoco d’ ‘o Vesuvio ‘a dinto”.
Fabiana Carcatella
Riproduzione Riservata
Riproduzione Riservata