RECENSIONE | LA CAMERA SCURA: Una mostra fotografica per dire stop alla pena di morte

Le mura di pietra, l`ambiente intimo e la sola luce soffusa della finestra ad illuminare le fotografie, richiamano inevitabilmente alla mente l`immagine di quell`umida cella in cui i condannati a morte trascorrono gli ultimi istanti della propria vita. 
"La camera scura" è il nome scelto per la mostra fotografica attraverso cui Amnesty International dice no alla pena di morte.
Nata nell`ambito dell`iniziativa "Sono contro la pena di morte perchè...", l`esposizione, collocata all`interno della Torre del Beverello del Maschio Angioino e inaugurata lo scorso 30 novembre, resterà aperta al pubblico napoletano e non sino al 10 dicembre. Tredici attori per tredici scatti, a cura della fotografia di Angelo di Pietro e dell`Art Direction di Mario Vaglio, partoriscono una denuncia, ben riuscita, contro la pena capitale, atto di violenza e non soluzione ad essa. 


La mostra è un viaggio, breve ma intenso, che apre gli occhi e avvicina ad una realtà di cui spesso ci si dimentica perché troppo lontana dalla nostra. La pena di morte è stata abolita dalla maggior parte dei paesi nel mondo, ma non tutti. Ogni immagine, affiancata dalla sua didascalia, apre una finestra su un diverso modo di applicazione di questa pratica. E così, si passa dalla morte procurata per impiccagione a quella per iniezione letale, sino alla sepoltura da vivi. Modi diversi, ma accomunati dall`essere ingiusti e disumani, soprattutto se si guarda alle motivazioni della condanna, spesso legate a questioni di povertà, orientamento sessuale, etnia. Le fotografie, tanto intense da sembrare quadri, avvolgono l`osservatore in un vortice fatto di angoscia, solitudine, incomprensione. 

Un grido silenzioso, che non ha bisogno di parole per smuovere l`animo.


Per maggiori informazioni sulla mostra clicca qui:
http://www.vienianapoli.com/2015/11/la-camera-scura-la-mostra-di-amnesty.html


Fabiana Carcatella 

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