L’arte culinaria napoletana è ricca di sapori unici e invidiati in tutto il mondo; uno di questi è senza dubbio la nostra Mozzarella di bufala Campana D.O.P.
Perché allora non creare un evento con lo scopo di avvicinare, ma soprattutto riavvicinare, campani e non ad una delle più importanti eccellenze gastronomiche della nostra terra?
Nasce così il Bufala Fest di Napoli, svoltosi dal 11 al 13 Settembre presso il lungomare che affaccia sul golfo più ammirato del mondo.
Grazie a 36 stand allestiti in Via Caracciolo, i visitatori hanno avuto l’opportunità di gustare i prodotti della filiera bufalina posta alla base di piatti reinventati da grandi chef apposta per l’evento.
Al Bufala Fest gli ospiti hanno potuto sperimentare questa varietà di degustazioni al prezzo di 10 euro per un menù completo che prevedeva la scelta tra pizza, ottenuta rigorosamente da farina di tipo 1 e 2 e dall’utilizzo di prodotti IGP e DOP, primi piatti, elaborati dall’Apci, Associazione professionale Cuochi Italiani capitanati da Alfonso Crisci e Antonio Arfé, carne di bufala cotta alla “vecchia maniera” da Francesco Fichera, dolci provenienti dai maestri dell’eccellenza della pasticceria campana come Sal De Riso, Luigi Carfora, che ha presentato la pastiera con latte e ricotta di bufala campana DOP, Lugi Ferrieri con i suoi Cuori di sfogliatella e il gelato de La Cancellese di Cancello Arnone. E dal Bufala Fest arriva una novità: la nascita dell’Associazione Pizza Gourmet che riunirà le pizzerie che utilizzeranno solo farine di tipo 1 o 2 e prodotti garantiti da marchio DOP, IGP, tradizionali o dei presidi slow food.
Il Bufala Fest è senza dubbio un vento da ripetere in quanto, come accennato precedentemente, può dare l’opportunità a noi napoletani, ma soprattutto ad un turista di passaggio, di affidarsi “nuovamente” ad uno dei prodotti più importanti della produzione alimentare campana e, probabilmente, sarebbe un’iniziativa da prendere in considerazione anche per quanto riguarda altri prodotti tipici della nostra terra.
Qualche appunto da fare solo in merito all’aspetto organizzativo, soprattutto riguardo il menù proposto all’ingresso della biglietteria. La maggior parte di quanto descritto sopra, ovvero le diverse elaborazioni di chef campani portate sugli stand dell’evento, erano quasi tutte dichiarate “fuori menù” e prevedevano quindi un supplemento economico al ticket. In alternativa, non comperando il ticket, ma selezionando soltanto prodotti fuori menù, la convenienza economica, punto focale per chi organizza eventi di questa portata per attrarre il maggior numero di visitatori, veniva meno e si rischiava inoltre di incorrere in attese ai botteghini in quanto la spiegazione di tutte queste varianti di menù non era considerata soddisfacente dall'utente.
Nonostante queste piccole “incomprensioni”, chi ha partecipato il week end scorso al Bufala Fest non può affermare di non aver trascorso una serata diversa dalle altre circondato dall'eccellenza culinaria campana e dal folclore delle nostre feste tradizionali.
Francesca Spizzuoco
Riproduzione Riservata
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