Sontuosità barocca e simboli di morte coesistono, s’incontrano e si sovrappongono nel Complesso museale di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, che sorge nel cuore della città antica, lungo il Decumano maggiore.
La chiesa de “ ’e cape e morte”, come viene definito dal popolo napoletano il Purgatorio ad Arco, è dedicata al culto del Purgatorio, ed ha mantenuto inalterata negli anni la sua missione; ogni parte del Complesso, la chiesa, l’Ipogeo, il museo dell’Opera e l’archivio, ne costituiscono una viva testimonianza.
Custodisce un importante patrimonio storico artistico, antropologico e archivistico ed è testimone di una tradizione particolarmente sentita dal popolo napoletano legato fortemente al culto delle anime purganti, cioè alla cura dei resti dei defunti di identità ignota, le anime pezzentelle che vagano in Purgatorio in cerca del refrisco, l’alleviamento delle pene.
Le anime dei morti, infatti, nella concezione napoletana, influiscono potentemente sull'esistenza dei vivi e vengono viste come entità spirituali benevole o, più raramente, malevole, da onorare e rispettare ed a cui rivolgersi per chiedere aiuto.
Di proprietà dell’Opera Pia Purgatorio ad Arco ONLUS, il Complesso è gestito dal 2010, in regime di convenzione, dall’Associazione Progetto Museo, che già dal 2001 garantisce l’apertura al pubblico dell’Ipogeo e del museo dell’Opera. L’Associazione cura anche le visite guidate, le visite didattiche per le scuole e la realizzazione di eventi.
LA CHIESA:
La chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco o più semplicemente Purgatorio ad Arco è una chiesa barocca situata su via dei Tribunali, nel centro antico di Napoli.
Il toponimo ad Arco deriva dalla presenza sul decumano maggiore, nel crocevia con via Nilo e via Atri, di un torrione di epoca romana (da alcuni ritenuto altomedievale), la cosiddetta torre d'Arco, aperto ai quattro lati da altrettanti fornici tramite i quali era garantito il passaggio. Al di sotto del torrione aveva sede il seggio d'Arco, suddivisione minore del sedile di Nilo. La torre dava il nome in età altomedievale ad una zona della città presso il decumano maggiore detta regio de arcu cabredato.
Giulio Cesare Capaccio ritenne erroneamente che non fosse la torre a dare il nome alla zona, ma il fatto che in essa fosse presente la sede degli arconti, i magistrati della polis greca. Questa deduzione nacque dall'errata lettura di una lapide latina ritrovata nei paraggi.
La demolizione della struttura viene tradizionalmente datata ai tempi di don Pedro di Toledo, il quale la ordinò per ampliare la strada e migliorare la viabilità per la nuova sede del tribunale, il castel Capuano, da lui istituita. Tuttavia alcuni storici come Bartolommeo Capasso e Riccardo Filangieri di Candida Gonzaga riportano la data del 1564 (dopo la morte di don Pedro), riprendendo quanto affermato da Giovanni Antonio Summonte, che ne riporta anche il giorno, il 6 aprile 1564, nonché il motivo per cui fu abbattuta: dare ariosità al vicino palazzo della marchesa del Vasto. Il Capaccio, che asserisce comunque che la torre fu abbattuta "ai suoi tempi", invece riferisce che fu la falsa credenza che in essa dimorassero degli spiriti a determinarne la demolizione.
L'edificio presenta sulla facciata motivi decorativi con teschi ed ossa nei fregi, sul portale e nelle nicchie laterali. Il portale e il tondo sovrastante con il bassorilievo della Madonna con le Anime del Purgatorio risalgono agli inizi del XVIII secolo e sono dello scultore Giuseppe de Marino.
L'interno si presenta a navata unica con ridotto transetto e cappelle laterali. Il presbiterio e l'abside sono decorati su disegno di Dionisio Lazzari e sono databili al 1669. Dietro l'altare settecentesco, preceduto da una balaustra rivestita in marmo colorato, vi è la pala d'altare con la Madonna delle Anime Purganti di Massimo Stanzione eseguita nel 1638-1642. La stessa tela, di chiaro stampo caravaggesco, vede una cornice marmorea decorata con teschi alati eseguiti dal Lazzari. A sinistra vi è la statua di Giulio Mastrilli, opera dello scultoreAndrea Falcone del 1672, che segnala la posizione del sottostante sepolcro. Sopra l'opera di Stanzione, vi è invece la Sant'Anna offre la Vergine bambina al Padre Eterno (1670) di Giacomo Farelli.
Nelle cappelle laterali, quattro a lato, si conservano opere di scultura lignea di ignoti maestri e pitture di artisti del Seicento napoletano: LaMorte di san Giuseppe (1650-1651) di Andrea Vaccaro, la Morte di sant'Alessio (1661) di uno giovane Luca Giordano ed il San Michele Arcangelo abbatte il demonio (1650) di Girolamo De Magistro.
IL MUSEO DELL'OPERA:
Il Museo dell'Opera Pia Purgatorio ad Arco è un museo di Napoli situato all'interno della chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco.
Il museo espone per lo più oggetti liturgici, databili dal XVI al XIX secolo. Inoltre sono visibili anche paramenti, calici, libri, suppellettili delle celebrazioni ed alcune tele del Seicento napoletano. Fanno parte del museo dell'Opera anche gli spazi sottostanti la chiesa
Il museo è allestito negli ambienti interni della chiesa, più precisamente nella sacrestia e nell'ortatorio dell'Immacolata. Il piccolo museo fu realizzato sotto la volontà del professor Nicola Spinosa, sopraintendente per il polo museale di Napoli, con l'intento di dare una migliore collocazione agli oggetti esposti, fino a quel tempo conservati all'interno degli armadi della sacrestia.
Indirizzo
via Tribunali, 39 – 80138 Napoli
Tariffe
Chiesa, Museo e Ipogeo:
Gennaio – Marzo
lunedì – venerdì e domenica
dalle 10:00 alle 14:00
sabato dalle 10:00 alle 17:00.
Visite guidate:
lunedì – venerdì e domenica:
11:00, 12:00, 13:00;
sabato:
11:00, 12:00, 13:00, 14:00, 15:00, 16:00.
Aprile – Dicembre
lunedì – sabato 10:00 – 18:00
domenica 10:00 – 14:00
Visite guidate:
lunedì – sabato – festivi e domeniche con apertura lunga
11:00, 12:00, 13:00, 15:00, 16:00, 17:00
domenica 11:00, 12:00, 13:00;