
Alle sue spalle, gli fa da scenario l’imponente Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II, la cui struttura cerca di abbracciare tutta la piazza. Questo tempio dell’istruzione nasce, in realtà, come monumento architettonico celebrativo di Carlo III.
L’entrata dell’edificio, a suo tempo, era solamente una nicchia, chiusa, che doveva ospitare la statua del sovrano borbonico.
Ecco spiegata anche la presenza di tutte quelle piccole statue poste sulla parte alta della struttura: ventisei, a rappresentare le virtù di Carlo III.
La piazza, però, un po’ come oggi anche se in maniera ridimensionata, era luogo anche di fiere e teatri all’aperto. Si ritorna a parlare di spettacoli e, forse, quel “Dante presentatore” è stato messo lì proprio come promemoria sulla storia di questo luogo.
Piazza Dante, però, è anche presente: un via vai di persone che circola in un quadro reso piuttosto moderno dalla presenza della linea metropolitana, nota stonata con il resto del paesaggio.
Tutt’intorno a quelle lastre di vetro, infatti, il passato continua a predominare.
Tutt’intorno a quelle lastre di vetro, infatti, il passato continua a predominare.
“Qui il tempo si è fermato”.