I youtubers non mi hanno mai fatto ridere, anzi, la mia estetica cinica mi impone di odiarne la comicità spesso presuntuosamente citazionista.
Poi ho incontrato loro, i The Pills, decisamente i migliori youtubers sulla piazza italiana.
1- I The Pills sono un gruppo di comici, autori dei loro stessi cortometraggi, originari di Roma, diventati famosi attraverso il loro seguitissimo canale Youtube. Chi sono Luca Vecchi, Luigi Di Capua, Matteo Corradini, chi sono i The Pills? Descriveteci voi, come nasce il progetto e come si è evoluto dai primi, divertentissimi video, come “Fabio Volo”.
Luca – Il progetto nasce come contributo sketches alla pagina web della freepress romana DUDE Magazine. The Pills: le pillole. Nessuno ambiva ad una serialità che andasse oltre lo sketch singolo indipendente. Nessuno di noi avrebbe mai pensato che gli utenti avrebbero rintracciato una continuity e dei profili personaggio. Poi un giorno la suddetta l’abbiamo trovata scritta in basso tra i commenti youtube.Luigi – abbiamo cercato di dare libero sfogo a tutto quello che percepivamo attorno a noi come un disagio sociologico. La comicità che utilizziamo è stata affinata senza accorgercene passando le serate a fumare erba e a ridere. Per molto tempo è stata la nostra unica attività ricreativa che condividevamo.
2- Una delle cose che decisamente mi diverte di più dei vostri video è l’estremo citazionismo, che spazia da riferimenti cinematografici, letterari, musicali sino ai peggiori leitmotiv del sotto-universo di Internet. Ho scelto di intervistarvi proprio perché, da scettico nichilista di youtubers (sempre TUTTI, TUTTI uguali) vi ritengo una spanna sopra tutti. Avete qualche modello di riferimento nella comicità? Non so, Bill Hicks, Parker & Stone di South Park?
Luca – Siamo la generazione anni’80/’90. Siamo venuti su con gli autori della nuova Hollywood. Abbiamo vissuto la golden age di MTV, quando ancora era un canale musicale. Gli albori dell’animazione giapponese in occidente. Abbiamo praticamente fagocitato qualsiasi tipologia di contenuto e non abbiamo disprezzato nulla… poiché in qualsiasi cosa reputavamo ci fosse dell’utile. Noi tre stessi siamo un meltin’ pot di contenuti. Ed ogni tanto qualcosa, a seconda della situazione che ci troviamo a rappresentare, riemerge di propria iniziativa pretendendo spazio. La citazione deve veicolare qualcosa. Citare tanto per citare risulta forzato e non fa appello all’immaginario collettivo agevolando la drammatizzazione. Personalmente citare in termini di linguaggio visivo, dal punto di vista registico, mi aiuta a fare della semiotica vivisezionando sequenze di capolavori o esplorando comunque un mood, sia in termini fotografici che di messa in scena. Questo modus operandi risulta più efficace di qualsiasi dispendiosa scuola di cinema.Matteo – Sono molto importanti anche Louis Ck ed altri capostipiti della commedia newyorkese come Woody Allen. Personalmente apprezzo molto l’umorismo surreale ed il no-sense. Trovo Cronenberg e Lynch dei maestri dell’umorismo.Luigi – La nostra comicità credo nasca dall’intersezione di ogni forma di comicità. Ci piace la comicità demenziale, quella intellettuale, quella slapstick, quella nosense, rubiamo ciò che c’è di bello in ognuna di loro. Immagina un film di Nanni Moretti con il cast della Frat Pack.
3- Ho notato un’evidente evoluzione tecnica nella regia dai primi episodi alla seconda serie. Come mai avete scelto il Bianco e Nero? A mio parare la scelta è stata pienamente positiva sia per la migliore qualità delle riprese in condizioni di luce come quelle di un appartamento, sia perché da un tocco molto “bohemien” a tutta la produzione.
Luca – Ti sei risposto da solo. Illuminare un ambiente domestico, con un perimetro regolare da abitazione civile, risulta sgradevole anche se ti ci metti d’impegno. Il bianco e nero vinceva a priori e rendeva tutto inspiegabilmente più gradevole. Considera che il primissimo girato di The Pills è B/N nativo. Neanche il beneficio di portarsi a casa un materiale su cui lavorare con i canali RGB in correzione colore.
4- Sicuramente nelle altre interviste tutti vi avranno chiesto: “ma cosa fate nella vita oltre ad essere i The Pills?”. Bene, io invece voglio chiedervi: cosa avreste fatto nella vita, se non foste diventati i The Pills?
Luca – Di tutto. Dallo sviluppo stampa in Technicolor ai traslochi e all’allestimento fiere. Dagli effetti speciali in un laboratorio di arti plastiche e pittoriche al ghostwriter.Matteo – Io traducevo videogames e softwares in generale a 4 centesimi a parola. Una volta ho lavorato anche come commesso in un negozio di vestiti ma mi hanno licenziato perché non sapevo piegare le magliette.Luigi – Onestamente avverto ancora la precarietà del lavoro. Essere i The Pills non significa essere “arrivati”, forse soltanto “partiti”. Ad ogni modo credo avrei fatto il pubblicitario.
5- La mia puntata preferita è senza ombra di dubb…no aspetta in effetti anche La Sottile Linea ADSL e Omophobia (tra Von Trier e Black Mirror c’è solo da applaudire) erano divertentissime…mmm…vabbè devo sceglierne una: Fenomenologia del Venerdì Sera (sì, mi sento molto come Luca ogni maledetto Venerdì). Manca il citazionismo, manca il bianco e nero, eppure, esaminando un “dolore” comune a ogni giovane, risulta per me il più divertente. C’è stata una puntata che per voi ha significato di più, penso, ad esempio, proprio all’ultima: “La Tipa Wild”, che è sicuramente la più coraggiosa e dall’enorme tasso di fraintendimento (la rete è stupida, si sa).
Luca – Personalmente ogni puntata mi aiuta a sviluppare, dal punto di vista del linguaggio, nuovi registri e differenti mood. Ma in termini di problem solving ognuna m’ha fatto penare, e crescere, per un motivo diverso. Devo ringraziare il fido reparto tecnico (Noemi Marchica, Vito Frangione e Luca Cafarelli) che hanno sempre cercato di agevolarmi le cose pur conservando l’agilità di una troupe ristretta dall’approccio guerrilla.Matteo – Mi sono sempre opposto alla realizzazione de “La tipa Wild” in quanto la ritenevo veramente troppo rischiosa per l’opinione pubblica. Lietissimo di essermi sbagliato.
6- Avete progetti per il futuro?
Luca – Un milione. Ma principalmente… stiamo scrivendo un film.Matteo – Personalmente, fare umorismo d’avanguardia a 360 gradi, su ogni media. Luigi – proviamo a scrivere un film sempre se non ci disintegriamo prima.
7- Una domanda, invece, la dedico esclusivamente a Luca (si, quello con la barba che odia il Venerdì Sera con la parlantina congenitamente da “teatrante”). Ho visto che hai molti, interessantissimi, progetti in cantiere. Così come per i The Pills, stai uscendo dai confini di youtube con progetti di lungometraggi come l’attesissimo “Dylan Dog” che promette MOLTO di più di tutte le, si diciamolo, deludenti, precedenti trasposizioni cinematografiche. Raccontaci di questo progetto e degli altri in cui sei impegnato: come nasce, dove sarà possibile vederlo?
Luca – Con Claudio ci chiedevamo da tempo come mai nessuno si fosse seriamente cimentato in una trasposizione sull’indagatore dell’incubo. In termini di serial teen-horror è un personaggio che ha sempre avuto del potenziale. La risposta era che Sclavi, più di 20 anni fa, aveva venduto i diritti del personaggio in dinamica ad una piccola casa di produzione americana. Cercando di far leva sul crowdfounding volevamo dare vita ad un prototipo per mostrare ai potenziali fan, con un minimo di reboot, che il personaggio in sé, dopo tutti questi anni, potrebbe dare ancora molto. Le premesse sul lavoro svolto sono ottime. In marzo faremo ancora qualche recupero, visto che la seconda campagna ha superato ogni aspettativa. Dopodiché il film (50 minuti) dovrebbe esser pronto per la fine di aprile, e verrà distribuito gratuitamente su internet attraverso il canale dei The Jackal. Totalmente free.
Grazie ai The Pills. Un saluto da Davide Di Lorenzo e da You-ng