Il Giardino di Babuk è un'area verde, prolungamento del bosco di Capodimonte, situata all'interno di un edificio costruito nel '500 dalla famiglia Caracciolo del Sole, in via Giuseppe Piazzi (all'epoca nominata via Caracciolo, perché era l'inizio dei possedimenti della storica famiglia nobiliare napoletana), traversa di via Foria, nei pressi del Real Orto Botanico.
Pianta Schiavoni 1880: nel cerchio il Giardino di Babuk in quella che era all'epoca via Caracciolo |
GIARDINO DI BABUK
Il giardino è stato inizialmente un luogo di riposo e siesta dei nobili durante le battute di caccia che effettuavano per le distese boschive limitrofe, come dimostrato da un portico affrescato e restaurato, tra le antiche mura di tufo (già indicate nelle piante del '700) che circondano la struttura. All'interno del portico c'è una lapide con su scritto: "Villa Caracciolo del Sole 1629".
Dagli anni '50 in poi ci sono state varie peripezie legate alla proprietà del giardino. Basti pensare all'acquisizione della Snicer (società di costruzione) che voleva edificare una palazzina di sette piani per poi fallire prima dell'inizio dei lavori.
Attualmente il curatore è il professor Gennaro Oliviero, giurista ed uno dei massimi esperti di Proust. Ed infatti è proprio l'associazione di cui è presidente, "Amici di Marcel Proust", che organizza nella struttura tanti eventi culturali, riunioni letterarie e mostre d'arte.
Sede operativa dell'associazione "Amici di Marcel Proust" |
Il Giardino di Babuk è un punto di ritrovo per tutti i gatti della zona. In effetti stesso il nome "Babuk" deriva dall'amata gatta dell'infanzia del professore. Si contano circa 20 felini bazzicanti ma non solo! Anche tante tartarughe, ospitate all'interno di una fontana, ma anche tortore, pappagalli e gazze ladre, che beneficiano della vegetazione e flora composta da banani, limoni, girasoli ed anche alberi e piante esotiche di una certa rarità.
Tartarughe e gatti |
IPOGEO DI BABUK
Sotto la vegetazione il giardino nasconde un Ipogeo. Un luogo misterioso scavato nel tufo presumibilmente nel '500, addirittura 47 metri sotto il fondo stradale, che ci mostra alcune fasi della storia di Napoli.
Il viaggio parte proprio da quella spagnola cinquecentesca, quando dopo la "congiura dei baroni" per attrarre i nobili del regno, si attuò una politica di paradiso fiscale per i residenti che portò tante famiglie altolocate in città. Nel caos edilizio che susseguì, che derivò anche dalla concomitanza con il blocco degli ingressi di materiali da costruzione in città, per carenza di tali si dovette estrarre il tufo dal sottosuolo.
L'ipogeo però ha avuto anche diverse altre funzioni negli anni che si sono alternate alla semplice estrazione (durata fino all'alba della prima guerra mondiale).
Ad esempio per tanto è stata una cisterna d'acqua, potendone contenere all'incirca 640.000 litri.
Alcune foto dell'ipogeo di Babuk |
Ma questa cavità è stata anche un importantissimo rifugio antiaereo durante la seconda guerra mondiale durante i bombardamenti. Sono infatti tanti i ritrovamenti ad esempio di un impianto elettrico novecentesco ed i reperti di queste esperienze. Da caschetti di militari a bicchieri, vasi, macchinette di caffè classiche ecc...ecc...
Alcuni dei ritrovamenti dell'ipogeo di Babuk |
Dopo la guerra è stata inutilizzata, se non come deposito di rifiuti (dalle aperture dei pozzi).
La parte attualmente visitabile della cavità, molto suggestiva e ricca di richiami anche esoterici (segni araldici sulle pareti, salamandre, croci bizantine, latine ed edicole volitive) è stata riaperta dopo oltre 70 anni, ripulita e bonificata, ma è ancora del tutto work in progress, essendoci tantissime estensioni e cunicoli ancora chiusi.
INFO GENERALI:
ORARI DI APERTURA: Il giardino e l'ipogeo sono visitabili su prenotazione, tendenzialmente di eventi dedicati.
PER INFO:
Dario Romaniello
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