Nel cuore del Rione Sanità c’è un cancello che divide la vita dalla morte. Quando si entra nel Cimitero delle Fontanelle la prima impressione, del tutto inaspettata, è proprio quella di una discesa nell’oltretomba. Non loculi, non sepolcri, ma cumoli e cumoli di ossa.
Cava di tufo |
La cava di tufo, che si sviluppa per 3000 metri quadri, ospita circa 40.000 resti e, probabilmente, molti di più. Pare, infatti, che sotto i piedi dei visitatori ci siano crani, tibie e femori per almeno quattro metri di profondità.
Una copiosità, tuttavia, armonica. Le ossa, infatti, sono disposte in modo ordinato, secondo un criterio non ben individuato. Il risultato è impressionante. I teschi sui teschi, i femori sui femori, le tibie sulle tibie. Talvolta, come nel caso della cappella-ossoteca, situata nella parte centrale della cava, le ossa finiscono per diventare elemento integrante di un’architettura.
Cappella-ossoteca |
Un ambiente unico, per una storia originale. La presenza di ogni tipo di ornamento, di monetine e di teche che fanno da casa a singoli teschi o a gruppi di due o tre crani è riconducibile al cosiddetto culto delle anime pezzentelle, ossia abbandonate. Peculiarità di questo cimitero, infatti, è quella di accogliere resti anonimi, provenienti, per lo più, dalla peste del 1656 e dalle successive epidemie. Da qui l’usanza da parte dei fedeli di adottare uno o più teschi senza nome. Un’adozione che, di fatto, prevedeva un contratto di reciprocità. Da una parte il devoto accoglieva nella propria famiglia l’anima abbandonata, prendendosene cura e pregando per lei, dall’altra quest’ultima avrebbe dovuto ricambiare con grazie o numeri fortunati da giocare al lotto. Più il fedele veniva ricambiato, più l’anima veniva onorata.
Aperto al pubblico nel 1872, il Cimitero delle Fontanelle fu richiuso, e poi abbandonato dopo circa un secolo, proprio a causa del culto delle anime pezzentelle, non troppo vicino alla religione cristiana. Tornato accessibile a tutti nel 2010, per volontà degli stessi abitanti del Rione Sanità, oggi quel culto non è più praticato. Di tanto in tanto, però, è possibile imbattersi in un dono “moderno” o in una preghiera scritta su un foglietto da un visitatore che, magari, si è lasciato coinvolgere da un’atmosfera davvero unica e suggestiva.
Per info su orari e visite clicca qui:
http://www.catacombedinapoli.it/it/pianifica-visita-guidata-napoli#
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